
chi
Sono Fabiana, italiana, architetto. Vivo a Rotterdam da quasi 12 anni, trapiantata “per amore”, non ancora abituata al clima olandese e a maggior ragione alla cucina! Dallo scorso ottobre 2012 non più operativa nel mio studio di architettura, FT STUDIO, per via della cura contro il cancro a cui mi sono sottoposta. 24 settimane di chemioterapia (12 cure AC e 12 taxol ed herceptin) seguite da una mastectomia totale destra con rimozione dei linfonodi, da radioterapia e da una cura di herceptin terminata a inizio gennaio 2014. Se non ce la faro’, sarà quella la prova che esistono dei misteri, perché mi sento forte come un leone, soprattutto da quando la chemioterapia e’ alle spalle…
Essendo del segno del cancro, non mi smentisco: sono una sognatrice e amo pensare che tutto sia possibile. Se non ci credete, chiedetelo a mio marito che alla mia affermazione “ho un’idea!”, reagisce con uno sguardo spaventato nel quale si legge “ci risiamo!”.
Di difetti ne ho sicuramente tanti, non ho pazienza e sono ben equipaggiata di quello che in olandese si chiama temperament (!) … non credo la parola abbia bisogno di traduzioni. Sono testarda e perfezionista. Fortunatamente ho anche un paio di caratteristiche positive. Se ho una passione la seguo fino in fondo e sicuramente non batto la fiacca. Inoltre se mi trovo in difficoltà non mi lascio abbattere facilmente. Devo dire che sono un essere strano. Se non ho problemi sono infelice, se ne ho di grossi (vedi la malattia), tiro fuori tutta la forza possibile e immaginabile per trasformarmi in una coraggiosa combattente. Questo l’ho dichiarato nel mio manifesto, spedito a famigliari e amici il giorno prima dell’inizio della terapia. Grazie anche a questo blog voglio mantenere fede alla promessa.
Devo ammettere pero’ che qui in casa mia non sono l’unica a cucinare. La mamy, o nonna, costretta a rimanere in Olanda per lungo tempo dalle circostanze infelici dell’ultimo periodo, da brava pugliese, da’ spesso prova del suo talento. E questo merita spazio in questo blog. Lei e’ la vera artigiana del cibo. Ha fatto milioni di lavori per finire nella cucina di un agriturismo dove la sua già innata bravura non poteva che perfezionarsi. E’ ovviamente in mio chef preferito e la mia grande ispirazione oltre che essere la mia fedele complice. Una delle mie più grandi soddisfazioni e’ cucinare qualcosa di nuovo e sentirmi dire da lei “ma si dai, e’ buono”. Non e’ detto che le sue ricette siano per definizione sane in relazione ad una malattia come il cancro, ma sono parte di quell’eredita’ culturale che a mio parere non va persa.
Per chi cucino?
Per me stessa, per mio marito – olandese puro che ama la pasta quanto le patate – ed i miei due meravigliosi figli, di rispettivamente due e quattro anni (ogni tanto quindi parlerò anche dei miei tentativi di offrire le verdure in “formati alternativi” ai miei figli, cosa che spesso e volentieri va di pari passo con una cucina anticancro). Inoltre cucino per la nonna, anche se, quando c’e’, mi sostituisce il più delle volte.
Da ora in poi spero di cucinare un pochettino anche per donne che hanno o hanno avuto il cancro al seno, condividendo il percorso che sto facendo nella consapevolezza che quello che sto per fare non significa solo dare ma anche ricevere e nella speranza che insieme ci si possa sentire più forti.
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